Questo post è disponibile anche in: Inglese
Un gruppo di allevatori ha creato un impianto che trasforma il letame in eccesso in biogas e fertilizzante. L’esperienza diventa un caso studio.
La Germania guarda all’Alto Adige per le buone pratiche dell’economia circolare. Lo racconta il Sole 24 Ore, con un reportage in Alta Val d’Isarco, dove un gruppo di allevatori, per evitare di sopprimere i bovini in esubero che generavano letame e liquame eccessivo rispetto ai canoni europei e che non poteva essere utilizzato, ha fondato un’azienda che trasforma quei reflui in biogas.
La società, creata da 63 allevatori, si chiama Biogas Wipptal Srl, gestisce un impianto di biogas nel comune di Val di Vizze, in provincia di Bolzano. Si tratta di una centrale per la digestione anaerobica di letame e liquame, con lo scopo non solo di produrre energia e riscaldamento, ma anche un concime naturale di alta qualità, prodotto dal residuo del processo di digestione anaerobica, il cosiddetto digestato.
Il concime, naturale e privo di odore, può essere usato in vigneti e frutteti. È il frutto – è il caso di dirlo – di un impianto unico in Europa. Per questo il progetto è stato inserito tra le poche esperienze italiane che beneficiano degli incentivi europei LIFE+. E ha attirato l’attenzione di Berlino, che ha scelto la Biogas Wipptal per un progetto di ricerca e sviluppo internazionale, unica realtà italiana del settore riconosciuta come eccellenza da studiare e replicare.
Molti studi, anche a livello europeo, evidenziano come sia necessario ridurre le emissioni di ammoniaca derivanti dallo spargimento sul terreno di letame, pratica che può avere effetti negativi per le acque di falda, l’inquinamento atmosferico e, non ultimo, l’inquinamento olfattivo. Con il sistema altoatesino, si riuscirebbe a risolvere il problema in maniera efficiente e sostenibile.
L’impianto dell’azienda è alimentato dai reflui zootecnici prodotti dalle aziende locali, produce energia elettrica rinnovabile e ottiene, per effetto sinergico, calore impiegato per l’essiccazione del digestato residuo dalla produzione del biogas. Il residuo, dopo l’essicazione, si trasforma in un fertilizzante totalmente naturale e inodore che può essere usato da altre imprese agricole locali.
L’impianto è entrato in funzione a fine giugno e a regime potrà trattare ogni giorno 220 tonnellate di reflui zootecnici, generando una potenza di circa 1 megawatt.
Add Comment