Questo post è disponibile anche in: Italian
Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati pubblica il proprio rapporto di sostenibilità, presentando l’aggiornamento 2015 del Green Economy Report, redatto secondo l’approccio originale messo a punto per le imprese della green economy dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Con questo rapporto il Consorzio si propone di illustrare in modo chiaro e immediato il suo contributo alla transizione dell’Italia verso una green economy più competitiva, innovativa e sostenibile.
Nel 2015 il sistema consortile ha raccolto più di 167 mila tonnellate di oli usati, il 43,2% del totale immesso al consumo in Italia. La quasi totalità degli oli usati gestiti sono stati inviati a rigenerazione e da questo sono state ricavate oltre 100 mila tonnellate di basi rigenerate e 42 mila tonnellate di prodotti petroliferi quali bitumi e gasoli, la restante piccola quota di 455 tonnellate non recuperabili è stata termodistrutta.
Il recupero degli oli usati ha permesso di evitare la produzione di oli base da materia prima vergine, con un risparmio per il nostro Paese di circa 52 milioni di euro sulle importazioni di greggio, ma anche di generare un bilancio ambientale netto positivo misurato attraverso le quattro impronte ambientali: 35 mila tonnellate di CO2eq evitate (Carbon Footprint); 427 mila m3 di acqua risparmiata (Water Footprint), 217 mila tonnellate di risorse naturali, fossili e minerali non consumate (Material Footprint) e 650 ettari di terreno risparmiati (Land Footprint). Risorse economiche e ambientali che producono reddito e occupazione nel Paese alimentando innovazione e competitività delle nostre imprese.
Add Comment