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Ecopneus nella Green Economy. Rapporto di sostenibilità 2015
L’industria del riciclo dei PFU in Italia funziona: crea ricchezza, occupazione, consente risparmi per il Paese, riduce emissioni climalteranti, prelievi di materie prime, consumo di acqua. Ecopneus – società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), che rappresenta quasi il 70% del mercato – presenta i dati del 2015 annunciando importanti segnali: il riciclo complessivo di materia supera la soglia del 50%, la domanda di gomma riciclata è in aumento e le imprese della filiera investono.
Nel 2015, Ecopneus ha raccolto oltre 241mila ton di PFU (pari a circa 27 milioni di pezzi) presso oltre 25mila gommisti in tutta Italia, superando dell’8% il target di legge. Altre 6,6mila tonnellate sono state raccolte presso siti di accumulo preesistenti e grazie al Protocollo per la Terra dei fuochi. Sono 246mila le tonnellate recuperate nel 2015, per il 54% come materia e per il 46% come energia. Il recupero dei PFU ha portato importanti benefici ambientali, calcolati dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: nel 2015 è stata evitata l’emissione di 363mila tonnellate di CO2 eq (come 80mila automobili che percorrono 30mila km in un anno), un prelievo di materie prime di 355mila tonnellate (pari al peso di 1.000 Airbus 380) e un consumo di acqua di quasi 1,8 milioni di m3 (un volume equivalente a 710 piscine olimpioniche). Il costo di gestione complessivo è stato pari a 64,2 milioni di euro, di cui circa l’88% distribuito alle imprese della filiera, che danno lavoro a 642 persone. Il beneficio economico per il Paese è traducibile in 119 milioni di euro di importazioni di materie prime evitate.
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