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Intervista a Giovanni De Lisi, fondatore della startup che sta per commercializzare una traversina in plastica e gomma riciclata.

L’economia circolare procede ad alta velocità anche e soprattutto se viaggia su binari sostenibili. È il caso di Green Rail, start up italiana che fornisce una soluzione per rendere più green l’infrastruttura ferroviaria utilizzando una delle risorse principe del trasporto su gomma: gli pneumatici. L’azienda ha progettato una serie di traverse ferroviarie costruite con plastica riciclata e gomma ottenuta dagli pneumatici fuori uso. La parte interna è costituita da calcestruzzo armato, il guscio esterno da un mix di plastica e gomma che rende il prodotto ignifugo, resistente agli sbalzi termici e che riduce vibrazioni e rumore. Greenrail ha progettato quattro tipologie di traverse innovative con l’obiettivo di coprire l’esigenza di qualsiasi tipologia di linea ferroviaria. A raccontarci come nasce questa nuova sfida dell’economia circolare è Giovanni Maria De Lisi, fondatore e CEO di Green Rail.
Come nasce l’idea di Green Rail?
L’idea nasce dalla mia esperienza di lavoro. Ho cominciato a lavorare a 19 anni, durante gli studi in giurisprudenza, nell’impresa di mio padre, che si occupava di manutenzione e costruzione di linee ferroviarie. Da operaio, montavo solo traversine in legno o, più spesso, in calcestruzzo, visto che quest’ultima tipologia rappresenta il 90% delle traversine utilizzate.
Cosa l’ha spinta a cercare un’alternativa?
Le traversine in calcestruzzo presentavano costi di manutenzione piuttosto elevati. Per questo motivo, ho iniziato a fare alcune ricerche e ho scoperto che in determinate nazioni – Stati Uniti, Cina e India – si producevano traversine in plastica riciclata, che però erano in grado di sostituire solo le vecchie traversine in legno. Quel che mancava era un’alternativa sostenibile allo standard di mercato: il calcestruzzo. A partire da questa idea, nel 2011, ho iniziato a sviluppare quella che poi nel 2013 sarebbe diventata Green Rail. Quest’anno la nostra traversina basic verrà certificata e omologata. Una volta superato questo passaggio, saremo pronti per il mercato.
Cosa c’è di diverso rispetto a una tradizionale traversina in calcestruzzo?
Le traversine in calcestruzzo al passaggio del convoglio presentano alte vibrazioni, rumore e, soprattutto, polverizzano il ballast, il pietrisco che sta al di sotto delle traverse e che fa da base alla linea ferroviaria. Questo crea dei problemi all’allineamento, rendendo necessaria un’opera di manutenzione per livellare le traversine. Nel caso dell’Alta Velocità, questa operazione si rende necessaria anche ogni 24 ore. Per ovviare a questi inconvenienti, in genere si applica un tappetino in gomma che viene incollato sotto le traversine, aumentando in maniera sostanziale i costi. E poi c’è la questione della durata, che nel caso del calcestruzzo arriva al massimo a 30/40 anni.
E con le traversine in materiale riciclato?
In questo caso, c’è una maggiore durata, fino a 50 anni. Inoltre, si abbattono vibrazioni e rumore e si tagliano fino al 50% i costi di manutenzione. In termini di prezzo di acquisto, si spende il 15/20% in meno rispetto alle traversine in calcestruzzo. A livello ambientale, ogni chilometro di traversine riciclate consente di recuperare 35 tonnellate di pneumatici fuori uso e 35 tonnellate di plastica da raccolta urbana.
Cosa succede quando queste traversine giungono a fine vita?
Il guscio esterno in gomma è totalmente riciclabile, così come la struttura interna in acciaio e calcestruzzo: il primo finisce in acciaieria, il secondo viene frantumato e successivamente usato come materiale di riempimento negli stessi cantieri ferroviari.
Insomma, al di là del vantaggio ambientale, tutto nasce perché c’è anche un vantaggio economico?
Assolutamente sì. Il vantaggio economico deve camminare di pari passo con il vantaggio ambientale perché un’idea abbia successo.
Cosa vi aspettate dal mercato?
L’obiettivo è affacciarsi sul mercato internazionale. Le aree più promettenti sono quelle dei Paesi in via di Sviluppo, che puntano a prodotti sostenibili e, soprattutto, hanno la necessità di costruire grandi infrastrutture. Nei Paesi già fortemente industrializzati, come ad esempio l’Italia, ovviamente l’infrastruttura ferroviaria è già presente e matura e necessita principalmente di manutenzione.
Per maggiori informazioni, visita il sito di Green Rail.
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