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Incentivi e semplificazioni per chi riutilizza prodotti alimentari, farmaci e indumenti ancora adatti al consumo.
È ufficialmente in vigore la prima legge italiana contro lo spreco. Nota ai tecnici con il nome di legge 166, è stata approvata il 19 agosto e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dello stesso mese. La norma incentiva comportamenti volti al riutilizzo di cibo, farmaci e indumenti usati.
Il provvedimento in realtà è soprattutto identificato come legge contro lo spreco alimentare. E in effetti gran parte della norma si riferisce a questo tema, sulla scia di quanto già regolamentato in Francia.
La legge antisprechi definisce per la prima volta nell’ordinamento italiano i termini di “eccedenza” e “spreco” alimentare. Nel primo caso si fa riferimento ai prodotti scartati nel lungo percorso della catena agroalimentare che però sono ancora adatti al consumo; nel secondo si parla di prodotti che rimangono invenduti negli scaffali di negozi e supermercati e che, se conservati in maniera corretta, poco prima o in coincidenza della scadenza, possono ancora essere utilizzati.
Ecco le principali novità:
- Si potrà scaricare l’Iva delle merci donate
- È prevista una riduzione della tassa dei rifiuti in proporzione alla quantità del cibo ritirato dalle associazioni
- Il riepilogo delle donazioni andrà fatto ogni mese, a consuntivo. Finora era richiesta una dichiarazione per le autorità sanitarie da compilare cinque giorni prima della cessione, adempimento che si potrà evitare fino a 15mila euro di cibo donato
- Il pane potrà essere donato entro 24 ore dalla produzione
- Nel settore della ristorazione viene concesso ai clienti di portare a casa i propri avanzi con la “family bag”
- Sono stati stanziati 2 milioni per il 2016 al Tavolo Indigenti e un milione a testa a due fondi che si occuperanno di packaging innovativo e anti-spreco e della promozione presso i ristoranti delle “family bag”
- Potranno essere considerati “soggetti donatori” non soltanto le Onlus, ma anche gli enti pubblici, le mense scolastiche, aziendali e ospedaliere, gli esercizi commerciali, i supermercati, i ristoranti e le imprese
- Si potranno donare cibi e farmaci con etichette sbagliate (oltre che agli alimenti, la legge fa riferimento anche ai farmaci e ai vestiti), ma solo se le irregolarità non riguardano la data di scadenza o l’indicazione di sostanze che provocano allergie o intolleranze
- Per ridurre gli sprechi, le produzioni a chilometro zero saranno promosse dal ministero delle Politiche agricole
- Le associazioni di volontariato potranno recuperare e cedere a titolo gratuito i prodotti che rimangono a terra durante la raccolta agricola. È prevista anche la possibilità di distribuire beni alimentari confiscati (che oggi esiste ma è a discrezione dei magistrati)
Una norma del genere, come anticipato, è già in vigore in Francia, con una significativa differenza: oltralpe il sistema è basato sulle penalità e sanziona chi non si adegua, mentre nella Penisola si punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica.
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