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CNA fa 5 proposte al governo e chiede di cogliere la sfida di un nuovo sistema produttivo che potrebbe far ripartire il PIL.
Gli artigiani e le piccole e medie imprese chiedono al governo italiano di cogliere la sfida dell’economia circolare. L’iniziativa è della CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, che cita le ultime stime dello studio congiunto di Ellen McArthur Foundation e McKinsey for Business and Environment: grazie alla Circular Economy, infatti, il Prodotto Interno Lordo Europeo potrebbe crescere del 7 per cento in quindici anni, con un aumento della produttività pari al 3 per cento annuo e benefici totali all’economia del Vecchio Continente quantificati in 1,8 miliardi di euro.
L’associazione spera che quanto prima l’eurocommissario all’Ambiente Karmenu Vella licenzi il nuovo Piano d’azione dell’Unione europea sull’economia circolare, un pacchetto che punta a ridisegnare il sistema anche in previsione della quarta rivoluzione industriale in una logica di riduzione dell’incidenza delle materie prime sui costi industriali, “che oggi sfiora il 40 per cento e spesso assoggetta i Paesi e gli imprenditori a logiche politiche, finanziarie, umane perlomeno discutibili”, commenta la CNA.
“Le prospettive per le nostre aziende che operano nel settore dell’economia circolare sono estremamente interessanti – ha dichiarato Daniele Vaccarino, presidente di CNA, a margine di un convegno dedicato a “Il nuovo pacchetto sull’economia circolare: impatto e nuove opportunità per le Pmi” – È un’economia in cui si riusa il materiale, in cui si ricicla, è un’economia in cui non si butta via niente. Se noi partiamo dal problema dei rifiuti, se partiamo da quanto materiale viene sprecato in questo consumismo esasperato noi diciamo che questo va invertito e le imprese che hanno iniziato a farlo cominciano ad avere i loro frutti. Queste imprese vanno aiutate di più, vanno sostenute, bisogna che ci siano delle misure che oggi abbiamo discusso e presentato per facilitare e incentivare la cosiddetta economia circolare”.
“La normativa ambientale italiana è spesso caratterizzata da regole complesse, rigide, a volte incoerenti, capaci addirittura di ostacolare il rispetto delle disposizioni”, sottolineano in CNA. “Nel contempo, non è stata sviluppata ancora una concreta strategia per favorire una riconversione verde nel suo complesso. Le piccole imprese vogliono, e possono, essere protagoniste di questo cambiamento epocale. Sono soprattutto le piccole imprese, infatti, ad aver già innovato processi e prodotti verso un modello più sostenibile e ad aver accresciuto significativamente la propria forza competitiva. Si tratta di creare le condizioni necessarie per favorire questo cambiamento. Serve uno sviluppo nuovo, che sappia tutelare e valorizzare il territorio e le sue risorse, fondamentali per le piccole imprese. È necessario un cambio di rotta nell’agenda politica e noi – concludono – siamo pronti a fare la nostra parte propositiva”.
Ecco il primo pacchetto di cinque proposte che è stato presentato dalla CNA:
- Conciliare tutela dell’ambiente e semplificazione, perché non è vero che norme complesse aiutino la salvaguardia, anzi è più spesso vero il contrario
- Definire una strategia pluriennale di obiettivi che comprendano strumenti concreti in grado di sostenere gli investimenti delle imprese, soprattutto le più piccole
- Migliorare la capacità del sistema imprenditoriale italiano di sfruttare le risorse economiche esistenti
- Creare sinergie tra imprese fra di loro e tra imprese, Pubblica amministrazione e mondo della ricerca
- Prevedere una nuova delega sui temi ambientali con l’obiettivo di garantire una legislazione più coerente con un modello di economia circolare, definendo un percorso di medio-lungo termine mirato non solo a recepire ma anche a valorizzare e potenziare l’impatto delle politiche necessarie ad attuare gli impegni assunti su questi temi.
Per maggiori informazioni, consulta il sito di CNA
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