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Un codice a barre fatto di ossidi di metallo permetterà agli impianti di selezionare automaticamente le diverse plastiche.
Un codice a barre invisibile fatto di ossidi di metallo potrebbe facilitare la selezione e la separazione degli imballaggi in plastica avviati a riciclo. Si tratta di un progetto britannico che ha appena ottenuto fondi per oltre un milione di dollari e che dunque ora potrebbe diventare realtà.
PRISM (Plastic Packaging Recycling using Intelligent Separation technologies for Materials) si è assicurato un imponente finanziamento da parte dell’agenzia per l’innovazione del governo della Gran Bretagna, con il contributo di altri partner commerciali. Il progetto PRISM svilupperà nuovi materiali fluorescenti ricavati da ossidi di metallo e convertirà le polveri ottenute dal riciclo di lampade a fluorescenza in materiali fluorescenti utilizzabili.
“Potrebbe essere l’equivalente di un codice a barre invisibile per il riciclo della plastica – commenta Edward Kosior, direttore operativo di Nextex, partner dell’iniziativa – Si tratta di un significativo passo in avanti nella sub-categorizzazione delle plastiche selezionate automaticamente ad alta velocità.” L’iniziativa ha il potenziale di fornire “un forte impulso a nuove attività nel settore del riciclo”, aggiunge.
La tecnica dell’etichetta fluorescente è progettata per essere integrata con l’attuale sistema di selezione basato su infrarossi in uso negli impianti di trattamento. Il processo funziona con una fonte di luce ultravioletta che viene rilevata nello spettro del visibile: strumenti che sono comunque nelle capacità di molti impianti di selezione moderni.
I partner del progetto sostengono che, se il prototipo avrà successo, questo approccio permetterà di separare i polimeri per alimenti da quelli non per alimenti, di identificare le plastiche nere e di etichettare secondo le plastiche sottostanti le maniche termoretraibili.
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