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Madrid ha stabilito che il 2% dei rifiuti tessili, elettrici e di arredamento deve essere riparato e rivenduto.
Si parla spesso di obiettivi per la riduzione dei rifiuti, per la raccolta differenziata e per il riciclo. Mai, o quasi, si associa il termine target a quello di riuso. Ma qualcosa sta cambiando. La Spagna, infatti, è diventata il primo Paese europeo a stabilire un obiettivo nazionale vincolante e specifico per il riuso. Una mossa che potrebbe trovare altri emuli, visto che RReuse, l’organismo che rappresenta le aziende attive nel settore, ha chiesto che questi target siano inclusi nel Pacchetto sull’Economia circolare.
Il nuovo piano spagnolo per la gestione dei rifiuti, riferito al periodo 2016-2022, ha stabilito un obiettivo del 50% degli scarti riciclati e preparati per il riuso. All’interno di questo target, almeno il 2% di prodotti tessili, elettrici e d’arredamento non dovranno finire né in discarica né agli impianti di riciclo, ma dovranno essere riparati e rivenduti.
Il piano arriva dopo una nuova legge dello scorso anno che richiede che il 2% dell’elettronica da consumo e il 3% delle apparecchiature informatiche siano riutilizzate a partire dal 2017. Con il recente programma per la gestione dei rifiuti, l’obiettivo è allargare la norma a più tipologie di beni. Rreuse, basandosi su dati Eurostat, stima che l’attuazione del piano farà sì che oltre 200 mila tonnellate di prodotti eviteranno la discarica e il riciclo per finire nel mercato dell’usato. Inoltre, le imprese sociali coinvolte nella riparazione e nella vendita dei beni di seconda mano avranno un accesso preferenziale ai punti di raccolta per prelevare prodotti da rivendere.
Nonostante la regione belga delle Fiandre abbia stabilito un target analogo e la Francia si sia dotata di specifici obiettivi di riuso per determinate tipologie di rifiuti come i mobili, la Spagna diventa così di fatto la prima nazione europea ad avere un target nazionale e obbligatorio.
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