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Un video mostra la sperimentazione di eHighway: gli autoarticolati si collegano, tramite un pantografo, a una rete di cavi.
Da lontano (molto lontano) potrebbero sembrare dei tram. Se non fosse per il fatto che si tratti di TIR piuttosto grossi che corrono lungo una lingua d’asfalto. Sopra gli autoarticolati, un pantografo – uguale a quello dei filobus – li collega a cavi sospesi sopra la carreggiata.
Siamo in Svezia e questa è l’autostrada elettrica, l’eHighway, un esperimento avviato a giugno su un tratto di 22 chilometri della strada che collega la città svedese di Gavle con la capitale norvegese Oslo. La sperimentazione andrà avanti per due anni e rientra nell’obiettivo del governo svedese di eliminare del tutto i combustibili fossili dal settore trasporti entro il 2030.
I progetto, sviluppato dal colosso tedesco Siemens, utilizza due TIR ibridi della Scania. Il pantografo dei tir è programmato per collegarsi al cavo sopra la carreggiata quando il mezzo supera i 90 km all’ora. Fuori dall’autostrada, il mezzo può muoversi con il motore diesel. Gli ingegneri della Siemens hanno previsto la possibilità che i tir possano alimentarsi anche con batterie elettriche o gas naturale.
I trasporti producono un terzo delle emissioni svedesi di CO2, e metà di queste emissioni vengono dal comparto merci. Il governo di Stoccolma vuole capire se l’autostrada elettrica per i tir è una soluzione praticabile per ridurre l’inquinamento.
“La maggior parte dei beni trasportati in Svezia viaggiano sulle strade, ma solo una parte limitata di questi può essere movimentata per altre vie – ha spiegato il progettista capo della Amministrazione svedese dei trasporti, Anders Berndsson – Questa è la ragione per la quale dobbiamo liberare i camion dalla loro dipendenza dai combustibili fossili. Le strade elettriche offrono questa possibilità e sono un eccellente complemento al sistema dei trasporti”.
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