Economia circolare

Economia verde, l’Italia è sul podio (ma nessuno lo sa)

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Il paradosso emerge dall’ultima relazione della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, presentata agli Stati Generali della Green Economy.

Talmente abituata a essere il fanalino di coda di qualsivoglia classifica, l’Italia non si è accorta di essere salita sul podio dell’economia circolare europea. È il paradosso emerso durante gli Stati Generali della Green Economy, l’evento organizzato dal Consiglio Nazionale della Green Economy, con la collaborazione di Ministero dell’Ambiente e Ministero dello Sviluppo economico nel corso dei primi due giorni di Ecomondo a Rimini.

La questione è emersa con la relazione presentata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Secondo il documento, la green economy italiana esprime eccellenze a livello europeo che, se adeguatamente promosse ed estese, potrebbero trascinare investimenti e nuova occupazione.

La Fondazione ha individuato 8 tematiche strategiche per valutare l’andamento dei Paesi per quanto riguarda la Green Economy: emissioni di gas serra; energie rinnovabili; efficienza energetica; riciclo dei rifiuti; eco-innovazione; agroalimentare di qualità ecologica; capitale naturale; mobilità sostenibile. Da queste sono stati ricavati 16 indicatori.

A sorpresa, l’Italia si conferma al primo posto in 4 indicatori su 16, se posta a confronto con le quattro maggiori economie europee (Germania, Regno Unito, Francia e Spagna). Più precisamente per quanto riguarda: quota di rinnovabili; riciclo dei rifiuti speciali; emissioni pro-capite nei trasporti; prodotti agroalimentari di qualità certificata.

La penisola conquista tre medaglie d’argento per quanto riguarda efficienza energetica, produttività delle risorse e agricoltura biologica, mentre ci si deve accontentare – si fa per dire – di 5 bronzi nei settori riduzione dei gas serra dal 1990, riciclo dei rifiuti urbani, ecoinnovazione, estensione dei siti naturali tutelati, rapporto tra ferrovia e strada nel traffico merci terrestre. Per 4 volte l’Italia ha sfiorato il podio, con tre quarti posti e un quinto.

Il problema è che di queste eccellenze si sono accorti in pochi, sia in Italia sia all’estero. “Il risultato complessivo della media ponderata delle diverse dimensioni analizzate porta a una discreta performance della Green Economy italiana, al 15° posto fra gli 80 Paesi analizzati – si legge nel rapporto – Il dato estremamente negativo rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei è però il basso livello della percezione della Green Economy italiana a livello internazionale, che ci vede precipitare complessivamente al 29° posto (addirittura al 68° per leadership e cambiamento climatico, contro una performance che colloca l’’Italia al 32° posto della classifica mondiale).”

“C’è un concentrato di idee e di lavoro che vede l’Italia protagonista, e vorrei cogliere l’occasione per sfatare il sentimento per cui noi siamo un paese indietro sulle politiche ambientali -spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione – Abbiamo realtà con grandi problemi ambientali ma anche un’economia all’avanguardia che ha anticipato anche le scelte del legislatore e della politica da questo punto di vista”.

Per maggiori informazioni, visita il sito della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile

 

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