La tecnologia trasforma i rifiuti agroalimentari in combustibile pulito, condizionatore di terreni e materiale filtrante.
Sostituire i materiali derivati dal petrolio con la frazione umida domestica o gli scarti dell’industria agroalimentare? Non è un sogno, ma la scoperta di una startup di Treviso che ha recentemente vinto il premio Gaetano Marzotto, il più importante riconoscimento a livello nazionale per le startup.
HBI, questo è il nome dell’impresa, nasce dall’idea di Daniele Basso, giovane ricercatore universitario, e di Renato Pavanetto, imprenditore trevigiano. I due hanno messo a punto una tecnologia che trasforma la vinaccia, gli scarti dell’agricoltura o quelli della gestione del verde in un bio-materiale, chiamato Greenpeat, che può essere usato sia come combustibile solido pulito ad alto rendimento, sia come condizionatore dei terreni, sia come materiale filtrante.
Il sistema si può applicare ad impianti di ridotte dimensioni come, ad esempio, piccole e medie industrie alimentari, ma anche a stabilimenti industriali o a società di trattamento dei rifiuti.
La tecnologia sviluppata da HBI permette di trattare in maniera efficace gli scarti agroindustriali, producendo un materiale ad alto valore aggiunto, completamente in accordo con i concetti di economia circolare ed economia verde. Rispetto ad altri processi, come il compostaggio, la digestione anaerobica e la gassificazione, i rendimenti sono nettamente più alti, i tempi di trattamento ridotti e le emissioni quasi del tutto trascurabili.
Nell’ultimo anno, HBI ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali, tra i quali il Premio Impresa Innovazione D2T (Trentino Sviluppo, Trento), il Premio Speciale “Green and Circular Economy” e il Premio Speciale “Bioeconomy” (Global Social Venture Competition, Milano), Premio Speciale Italeaf (Italeaf e Intesa San Paolo), Alimenta2Talents (PTP, Expo e Comune di Milano) e il Premio Unicredit StartLab (Unicredit, Milano).
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